26.01.2025
Data news | 13.12.2017 |
La Marcialonga coinvolge atleti da ogni parte del mondo ed il vedere la soddisfazione negli occhi di coloro che arrivano al traguardo è un motivo di grande orgoglio e compiacimento.
La gioia che ogni concorrente prova è di certo data dalla bellezza del percorso e del territorio, ma una componente fondamentale che colpisce chi vi partecipa è la gente delle valli di Fiemme e Fassa. La gente che vive la Marcialonga come spettatrice e che, oltre ai concorrenti e ai volontari, trova in questo momento un’ulteriore motivazione di festa e ospitalità, accorrendo lungo il tracciato, acclamando i protagonisti, gridando a tutti gli sciatori parole di incoraggiamento, conosciuti o sconosciuti che siano, chiamandoli per nome al loro passaggio.
Sin dai primi anni della manifestazione, quando lo scetticismo a riguardo era di certo diffuso, la risposta dei valligiani è stata commovente e continua ad esserlo ancora oggi. Un calore umano inimitabile, con la simpatia e un senso di accoglienza offerto come qualcosa di logico, di naturale, all’interno di un’atmosfera che in ogni ambiente si respira volentieri. Le campane suonano a festa e in ogni paese c’è fermento per organizzare iniziative di contorno e momenti di folclore. Tra le case, lungo i torrenti, nelle pianure che lambiscono i monti, è un’interminabile scia di ospitalità, destinata a mantenersi intatta anche quando la giornata finisce e i Marcialonghisti tornano a casa.
Correndo la Marcialonga e toccando gli abitati, si respira la suggestione di un mondo ancora ricco di valori veri, dove le persone si mantengono genuine e orgogliose del proprio territorio e delle proprie tradizioni.
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