26.01.2025
Data news | 04.01.2019 |
Quest’anno, per la 46esima edizione della Marcialonga, 4 grandi campioni italiani, tutti vincitori di medaglie d’oro ai Giochi Olimpici, in quattro discipline molto diverse, si cimenteranno sugli sci da fondo per arrivare insieme al traguardo.
CRISTIAN “ZORRO” ZORZI – oro nella staffetta 4x10 alle Olimpiadi di Torino 2006;
PAOLO BETTINI – oro nella corsa in linea maschile di ciclismo alle Olimpiadi di Atene 2004; ANTONIO ROSSI – 2 ori nella canoa K1 e K2 alle Olimpiadi Atlanta 1996 e un oro K2 alle Olimpiadi di Sydney 2000;
JURY CHECHI – oro agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta 1996.
L’hanno soprannominata loro una “rimpatriata tra vecchi amici” perché è quello che sono, amici prima di essere colleghi nel mondo dello sport ed eccezionali atleti. Se inizialmente era stata pensata una staffetta speciale che vedeva Zorro "raccogliere" gli amici Bettini, Rossi e Chechi lungo il percorso per poi tagliare il traguardo di Cavalese insieme, ora pare che l'atmosfera di Marcialonga, o forse l'entusiasmo e persuasione di Cristian, li abbia conviniti ad affrontare la gara insieme.
«L’unico titubante sembra essere Jury – afferma Zorro - ma un atleta coordinato come lui, che fa della forza e della spinta il proprio punto forte, non può non trovarsi bene nello sci di fondo ora che si va tutti ‘a spinta’, gli ho detto: se non ti troverai bene a spingere di braccia significa che agli anelli hai vinto per caso!», prosegue un divertito Zorzi.
A gennaio – subito dopo il Tour de Ski – vi sarà un piccolo Camp di due o tre giorni in Val di Fiemme, dove l’armata olimpica prenderà confidenza con gli sci stretti, ma è quasi certo che non vi sarà nessuna staffetta, almeno secondo Zorzi, un po’ meno a detta degli altri nonostante il campione trentino affermi di averli contattati (ed avvisati).
Uno dei più tenaci sembra tuttavia Paolo Bettini, impegnato nella scorsa Marcialonga Light di 45 km e rimasto quasi ‘perplesso’ dal non aver proseguito: «Fisicamente avrei potuto continuare, tecnicamente un po’ meno. La Marcialonga è un’altra sfida da mettere nel palmarès. Zorzi andava molto forte anche in bici, qui si va invece forte sul suo terreno e credo sarà una lotta impari, confidavo nelle difficoltà di Antonio ma ho saputo che ne ha fatte due in passato! Sarà battaglia aperta tra me e Jury per la medaglia di bronzo o di legno. Quest’anno parto con la convinzione di sapere cos’è una Marcialonga».
Così come Bettini anche Antonio Rossi pare ignaro delle trame tessute da Zorzi, ma non si scompone: «Ricordo la prima Marcialonga che feci, era molto fredda e allo stesso tempo molto veloce, ma quando ho cominciato ad andare di braccia non mi ha più superato nessuno!», con il canoista ad ergersi a precursore del double poling. «La seconda – prosegue Rossi - era invece ‘al caldo’, 5 gradi circa non velocissimi, anche se di certo non puntavo ai primi dieci! La Marcialonga è sempre bellissima per il clima di festa che c’è, e il prossimo anno avrò un motivo in più per esserci vista la candidatura della Val di Fiemme per le Olimpiadi». E infine: «Dovrò fare due chiacchiere con Cristian, lui lo sa che punto al podio…».
L’ultimo osso duro da convincere pare essere Jury: «Non avendo mai fatto sci di fondo in vita mia, ma solo seguito con passione, dovrò dimostrare chi ha torto e chi ragione. Ho parlato con Paolo e Antonio, è difficile, però credo che con lo spirito giusto potrò portarla in fondo e forse riusciremo a finirla tutti e quattro». Secondo il “Signore degli Anelli”, cos’è la Marcialonga per chi non la conosce? «Certamente la gara più importante nel panorama fondistico italiano; è un simbolo che rientra nella conoscenza popolare, un po’ come la Wimbledon del tennis». Ancora una volta, quel volpone di “Zorro” sembra avercela fatta.
Lì ritroveranno tutto il calore degli spettatori di Marcialonga e la grande festa che da sempre la caratterizza. Che si tratti di una staffetta o di una gara insieme, noi siamo sicuri che si divertiranno, tra paesaggi mozzafiato e “Bisonti” agguerriti, e che archivieranno la giornata nella memoria come una di quelle da ricordare e magari, perché no, da rivivere.
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