26.01.2025
Data news | 30.09.2020 |
Ci sono fatti che sembrano incastrarsi perfettamente l’uno con l’altro e quando questo accade, accadono cose straordinarie.
Erano gli anni ’60 e lo sci di fondo era uno sport praticato da buon atleti fiamazzi e fassani (Nones, Deflorian, Chiocchetti, Delladio solo per citarne alcuni) che trovavano in valle il contesto giusto per praticare questa disciplina sportiva ai più sconosciuta.
Tutto cambiò a partire dal 1968. Il 7 febbraio accadde un fatto che diede una svolta allo sci di fondo: Franco Nones conquistò la medaglia d’oro nella 30 km olimpica di Grenoble. Questa disciplina sportiva, prima conosciuta soprattutto nei paesi scandinavi, diventò popolare al grande pubblico degli sportivi italiani e non solo, anche se praticata ancora da pochi.
In Val di Fiemme la vittoria di Franco Nones a Grenoble fu un fatto eccezionale, possiamo solo immaginare il fervore di un’intera valle per il proprio campione olimpico, lo sciatore di Castello di Fiemme.
L’anno successivo, due amici appassionati di sci di fondo, Giulio Giovannini e Roberto Moggio, volarono in Svezia per prendere parte alla leggendaria Vasaloppet, la gara di sci di fondo lunga ben 90 Km che si svolgeva ogni anno, già dal 1922. Giovannini e Moggio restarono totalmente ammaliati dalla gara e dal suo clima promettendo di tornare l’anno successivo.
Alla Vasallopet del 1970, i due coinvolsero anche Nele Zorzi e Mario Cristofolini. Purtroppo Roberto Moggio, a causa di un imprevisto, non riuscì a partire ma seguì da casa la spedizione dei tre compagni. Di nuovo fu un successo. Così, trainati dall’euforia di quell’avventura Giulio, Roberto, Nele e Mario proposero di ripetere l’esperienza in italia, organizzando una gara molto simile.
Il dove non era però scontato e nemmeno l’accoglienza da parte della gente.
Le valli di Fiemme e Fassa sembrarono il contesto più favorevole: qui lo sci di fondo era molto conosciuto e l’entusiasmo era ancora molto alto grazie alla fresca vittoria di Franco Nones. Inoltre il territorio era ideale e lo scenario naturale meraviglioso.
Inoltre nelle due valli erano - e lo sono tuttora - presenti due importante istituzioni, le scuole alpine della Guardia di Finanza di Predazzo e della Polizia di Moena con i relativi comandanti Carlo Valentino e Lorenzo Cappello che diedero subito la propria disponbilità di mezzi e persone.
Oltre ai quattro promotori, il primo staff di collaboratori era costituito da: Franco Nones, Arrigo Delladio, Giulio Vanzetta, Tino Morandini, Giorgio Fontana, Italo Craffonara, Toni Camerano. Il primo Presidente del Comitato Organizzatore fu Giorgio Grigolli (Presidente della Giunta Regionale) mentre Moggio era a capo della segreteria.
Un altro dato decisivo per Marcialonga fu il fatto di essere stata pensata nel territorio giusto dove la parola collaborazione è da sempre un valore fondamentale. Le valli di Fiemme e Fassa erano due piccole vallate di montagna, con persone genuine, abituate a lavorare sodo. Non mancavano antipatie tra vicini ma da sempre, nel momento del bisogno, gli screzi venivano messi da parte per collaborare per il bene della comunità.
Ecco dunque cosa si è incastrato perfettamente: l’importante vittoria olimpica di Franco Nones, il viaggio di quattro amici alla Vasaloppet, la volontà e la capacità di organizzare un evento simile, l’entusiasmo della gente, un paesaggio unico e spettacolare ed un territorio dove le persone erano abituate a mettersi a disposizione ed aiutare per il bene comune.
Il 7 febbraio 1971 prese il via la prima edizione della Marcialonga. 650 persone collaborano all'evento, vennero utilizzati 3 elicotteri, 2 gatti della neve, 10 motoslitte, 10 ambulanze, 20 pullman per il trasporto dei concorrenti, 10 vetture di servizio.
Tra i partecipanti noti della prima edizione ricordiamo Cesare Maestri, Aldo Moser, Bruno Detassis, Catullo Detassis, Bepi Defrancesch, Erich Pihkala (esploratore finlandese). Fuori gara in quanto donna c'era Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro.
La partenza fu fissata Moena ed il percorso prevedeva il giro di boa tra Mazzin e Pera di Fassa; poi il ritorno verso la Val di Fiemme fino a Molina, la salita di Castello e l’arrivo a Cavalese. 65,5 erano i chilometri totali. Ulrico Kostner fu il primo vincitore della Marcialonga, davanti a Franco Nones e Franco Manfroi.
Al via erano presenti 1157 concorrenti.
Da questo momento in poi lo sci di fondo diventa sport di massa. Da questo momento inizia il successo di Marcialonga.
Partecipare alla Marcialonga significa essere protagonisti della sua storia e dell’evoluzione dello sci di fondo. Marcialonga entra nel cuore di chi la fa, permettendo di rivivere quell’entusiasmo di quattro amici con un sogno ed una grande visione.
Nella foto: Franco Nones si congratula con Ulrico Kostner per la vittoria, Franco Manfroi sull'altro lato
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