26.01.2025
Data news | 29.10.2020 |
Alla Marcialonga sono tutti protagonisti, a dispetto del numero di pettorale, ma davanti c’è l’agonismo ed i campioni hanno il colore di una squadra da difendere e di una bandiera da portare sui gradini del podio.
Facendo un bilancio complessivo negli ultimi diciotto anni è stata la Norvegia a vincere la gara maschile (14 medaglie d’oro), e pensare che fino al 2003 la Norvegia aveva vinto solo due volte (Magnar Lundemo nel 1974 e Dag Atle Bjorkheim nel 1982), mentre ricorreva molto più spesso la bandiera italiana.
In campo femminile le vittorie sono più variegate e per decenni il tricolore ha fatto da padrone (20 vittorie su 41 edizioni). Al contrario la Norvegia al femminile ha vinto solo tre volte la Marcialonga.
Lasciamo il medagliere diviso per nazioni, maschile, femminile e totale. Si nota che per gli uomini su 48 edizioni svolte sono segnate 50 nazioni in quanto per tre anni ci furono vittorie ex aequo.
Nel 2021 ad animare la bagarre ci penserà ancora una volta Visma Ski Classic. I team più blasonati sono quelli scandinavi, dal norvegese Ragde Eiendom (per intenderci quello dei fratelli Aukland, che di vittorie soprattutto alla Marcialonga ne sanno qualcosa), allo svedese Lager 157.
A tenere alto l’orgoglio azzurro ci penseranno Panisi, Busin, Capello e Chiara Caminada per il Team Robinson Trentino, Brigadoi, Ferrari, Stefania Corradini e Antonella Confortola per il Sottozero Gold Team Zorzi Max Orsaiec, i fratelli Mich, Amhof, Crestani, Mosconi per il Team Futura Trentino Alta Quota.
Le squadre italiane dovranno vedersela ancora una volta con dei veri fuoriclasse delle lunghe distanze e della scivolata spinta, ma noi continuiamo a sognare di vedere ancora una volta il tricolore sul podio, magari sul gradino più alto.
Anno per anno, vittorie e breve cronaca
Alla prima edizione del 1971 tutti gli occhi erano puntati su di lui: Franco Nones, l’idolo di casa, con in tasca una bella medaglia olimpica conquistata a Grenoble nel 1968. A beffare Nones ci pensò Ulrico Kostner, primo vincitore della Marcialonga. Interessante leggere la cronaca della gara ed i protagonisti di quella prima edizione (Vai al magazine della prima edizione > ).
Il primo straniero fu lo svedese Tommy Lindby, solo settimo.
Il 1972 fu l’anno del finlandese Pauli Siintonen, famoso anche per l’aver introdotto una nuova tecnica sciistica, definiti appunto "passo Siitonen"; un preludio a quella che divenne poi la tecnica libera dove uno sci rimaneva nel binario mentre l'altro spingeva all’esterno.
Bandiera svedese sventola alla terza Marcialonga, con Lars Arne Boelling, già plurivincitore della Vasaloppet.
Interessante la Marcialonga del 1974: vince lo sconosciuto Magnar Lundemo, norvegese dal pettorale altissimo (5442) che con uno scatto violento stronca il campione finlandese Siintonen. Terzo per la seconda volta l’italiano Tonino Biondini, che trova il proprio riscatto nel 1976, giungendo primo al traguardo.
La sesta edizione del 1977 va al francese Jean Paul Pierrat, ma fa notizia l’impresa di Maurilio De Zolt, autore di una lunghissima fuga solitaria stroncata da una crisi di fame a pochi chilometri dall’arrivo.
Il grande Ulrico Kostner, primo vincitore della Marcialonga, fa sua la settima edizione del 1978. Finalmente la gara si apre alle donne e a salire sul gradino più alto del podio è la francese Dominique Robert.
Nel 1979, s’impone il finlandese Jorma Kinnunen, secondo e ultimo finlandese a vincere la granfondo italiana.
Al femminile inizia il dominio senza precedenti di Maria Canins Bonaldi che trionferà per dieci anni consecutivi.
Nel 1980 il più temuto è ancora una volta lui, Pauli Siintonen, ma il gioco di squadra dei sovietici Jurasov e Garanin ha la meglio e primo al traguardo giunge proprio Garanin.
Lo svedese Sven-Ake Lundbaek, oro olimpico a Sapporo nella 15 km, non delude e conquista la vittoria nel 1981.
Ancora una vittoria straniera nel 1982, con il norvegese Dag Atle Bjorkheim.
Il 1983 prevede l’arrivo a Predazzo. Finale al cardiopalma con Maurilio De Zolt che si vede sfuggire la vittoria sotto lo striscione di arrivo, a favore dell’austriaco Walter Mayer.
Lo svedese Bengt Hassis è primo al traguardo alla 13^ edizione, anno 1984.
Il 1985 è l’anno di Giorgio Vanzetta, acclamato al traguardo da un bagno di folla entusiasta.
L’anno successivo è un altro italiano a trionfare, Maurilio De Zolt, il “Grillo” che brucia allo sprint finale Orjan Blomqvist.
Non soddisfatto, Maurilio De Zolt fa sua anche la 16esima Marcialonga (1987) ma deve condividere il gradino più alto del podio con lo svedese Anders Blomqvist, nel primo caso di vittoria ex aequo.
Maurilio De Zolt tenta il triplete nel 1988 ma questa volta allo sprint finale viene beffato da un altro italiano, l’atleta di Dobbiaco Albert Walder.
Decima vittoria in campo femminile per Maria Canins che lascia alle spalle l’atleta di Castello di Fiemme, Paola Nones.
Dopo due anni di stop a causa della mancanza di neve, la Marcialonga torna del 1991 con l’edizione numero 18. Ed è ancora una volta De Zolt il grande protagonista e vincitore, che fa sua anche la Marcialonga del 1992.
Dopo dieci vittorie, Maria Canins è bloccata dalla febbre, ma al via è un’altra italiana, Guidina Dal Sasso che con una splendida performance vince la classifica femminile della diciottesima edizione.
L’anno successivo, e per quattro anni, la Marcialonga in rosa parla russo, con la doppia vittoria nel 1992 e 1993 di Tatiana Bondareva, di Elena Kalughina nel 1994 e di Eugenia Bitchougova nel 1995.
Anche in campo maschile, il ’93 è l’anno della Russia con la vittoria di Michail Botvinov.
Nel 1994 è di nuovo ex aequo alla Marcialonga con l’italiano Silvano Barco e il tedesco Johann Muhlegg a tagliare il traguardo insieme.
I colori francesi caratterizzano la ventiduesima edizione, anno 1995: in gara il pilota di formula uno Jean Alesì che entusiasma il pubblico, ma il vincitore è Herve Balland.
Nel 1996 è ancora una volata a decidere la Marcialonga: a spuntarla è Maurizio Pozzi su Giorgio Vanzetta. Nella gara femminile vince Guidina Dal Sasso, che confermerà per i quattro anni successivi la sua leadership.
Nel 1997 vince nuovamente Michail Botvinov ma in veste di portacolori austriaco, dopo aver ottenuta la cittadinanza proprio in quell’anno. È ancora lui ad imporsi l’anno successivo, nella venticinquesima edizione, ed a portare nuovamente l’Austria sul gradino più alto del podio.
L’edizione ventisei del 1999 vede il terzo pari merito. Questa volta a spartirsi la vittoria sono gli spagnoli Johann Muhlegg (già ex aequo nel 1994 con Barco, ma allora atleta tedesco) e Juan Jesus Gutierrez che, in una prova di fair play, tagliano il traguardo mano nella mano.
La 27esima edizione vede Fulvio Valbusa in testa ma non si accorge del ritorno di Leonardo Follis e Fabio Giacomel. Vince comunque per pochissimi centimetri. La russa Svetlana Nageikina vince tra le donne con ampio margine.
Nel 2001 s’impone lo spagnolo Gutierrez, mentre ancora una volta la gara al femminile parla russo, con Irina Skladneva.
Gutierrez ci ha preso gusto ed anche nel 2002 sulla rampa della cascata lascia gli avversari alle spalle, tagliando ancora una volta per primo il traguardo. Il tricolore sventola nella gara femminile, grazie ad Anna Santer.
Il 2003 è l’anno del ritorno della Marcialonga allo stile classico. La gara viene affrontata quasi interamente a spinta di braccia, un nuovo stile decisivo per gli anni a venire. Joergen Aukland è il vincitore; il fuoriclasse norvegese farà sue anche le edizioni 33 (2006), 39 (2012) e 40 (2013). Tra le donne la vincitrice è l’italiana Lara Peyrot.
Il successo nel 2004 resta non solo in casa Norvegia ma anche in casa Aukland; è in questo caso il fratello maggiore Anders a vincere la 31esima edizione ed a bissare il successo nel 2008.
Tornando al 2004, tra le donne c’è il successo di Gabriella Paruzzi che lo stesso anno grazie proprio alla Marcialonga vince anche la Coppa del Mondo.
La Repubblica Ceca sale per la prima volta nella storia di Marcialonga sul gradino più alto del mondo nel 2005 con Stanislav Rezac.
Vittoria tra le donne della fiemmese Cristina Paluselli, che si concede il bis l’anno successivo: è l’ultima azzurra d’oro alla Marcialonga.
Nel 2007, edizione numero 34, è lo svedese Jerry Ahrlin ha conquistare la vittoria, lasciandosi alle spalle Jorgen Auklad ed un ottimo Marco Cattaneo; l’ultimo italiano a salire sul podio. La norvegese Hilde Pedersen fa sua la gara femminile che l’anno successivo va alla svedese Jenny Hansson.
Ancora una volta Jerry Ahrlin ed ancora una volta Hilde Pedersen vincono la Marcialonga numero 36 del 2009.
Quasi tutto svedese il podio del 2010. Vince Oskar Svard tra gli uomini con Ahrlin secondo e Anders Aukland (NOR) terzo. Solo Svezia tra le donne: prima è Jenny Hansson, seconda Sandra Hansson e terza Susanne Nystrom.
Jerry Arhlin conquista la sua terza vittoria alla Marcialonga nel 2011 mentre in campo femminile è la svizzera Seraina Boner ad avere la meglio.
La svedese Susanne Nystrom, già terza, conquista la vittoria nel 2012, mentre è ancora la Boner a tagliare il traguardo per prima l’anno successivo, nel 2013.
Il norvegese Simen Ostensen stupisce tutti e si impone alla 41^ edizione. Al femminile, prova maiuscola della russa Julia Tikhonova, brava a tenere dietro la favorita svizzera Seraina Boner e la svedese Annika Lofström.
Nel 2015 inizia il tris vincente del norvegese Tord Asle Gjerdalen che commenta così la gara: “Credo che la Marcialonga sia la competizione più bella da affrontare, ovviamente dopo le Olimpiadi, ma come singola gara e singola location, con partenza ed arrivo in luoghi meravigliosi e la sensazionale Cascata a darci del filo da torcere, è la numero uno. Anche la Vasaloppet è molto suggestiva, ma la Marcialonga passa per i paesi, coinvolge gli atleti, è qualcosa di differente, di speciale.”
Katerina Smutna, ceca di nascita ma portacolori della bandiera austriaca, vince la prova femminile.
Nel 2016, in campo femminile è volata a due tra Smutna e la svedese Britta Johansson Norgren, con la Norgren ad avere la meglio mentre la Smutna conquista nuovamente il gradino più alto del podio nel 2017 ma come rappresentante della Repubblica Ceca.
Nel 2018 prima vittoria per la russia in campo maschile grazie a Ilya Chernousov. Nella gara femminile si impone ancora una volta la Svezia con la Norgren.
È sempre la Norgren a vincere nel 2019 mentre è il norvegese Petter Eliassen a conquistare l’oro maschile.
Nel 2020 il gradino più alto del podio è tutto norvegese con Kari Vikhagen Gjeitnes e Tore Bjorseth Berdal.
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