26.01.2025
Giovanni Mariani - Lissone (MB) 09.04.1948
È già Aria che vibra.
La sento invadere ogni cellula del mio corpo, ma guardando i primi arrivati che si muovono in partenza la sento anche tutt’attorno. Come se una sottile polvere magica danzasse nell’atmosfera rendendola frizzante, solo qui. Il resto del mondo dorme ancora.
Ed è la stessa Aria che questa notte mi ha tenuto sveglio. Non mi capitava con le prime Marcialonghe. Il tempo che scorre mi ha regalato anche questo brivido: notte insonne prima della gara. La possibilità di gustare appieno l’avvicinamento. Come un alpinista che approccia una vetta già conosciuta, sapendo che ogni volta però qualcosa cambia, lungo il percorso. Le sensazioni, gli incontri, la fatica, il paesaggio, i compagni di viaggio. E non lo sai come sarà, finché non arrivi a destinazione.
È la mia 40esima volta. Lo stomaco è chiuso, la colazione è stata frugale, e anche questo è cambiato. Non era così quando ero più giovane ma oggi, nonostante la testa dica “Butta giù qualcosa, che è lunga!” non ce la faccio. Mi affido alle barrette energetiche o ai ristori che incontrerò lungo il cammino. Mi affido alla resistenza, alla consapevolezza dei tempi, che viene solo con l’età.
30 minuti alla partenza
Le luci si fanno sempre più numerose, nella piana di Moena. Sembrano tante lucciole che galleggiano in un luogo sospeso, sopra una coperta di cristalli. Bianco. Tutto è bianco. Quest’anno la neve c’è. Quest’anno è davvero Inverno. E mentre guardo gli altri che arrivano dapprima alla spicciolata e poi sempre più numerosi la tensione sale e sale ancora. Coda agli ingressi, concorrenti già in pista che sgambettano per non raffreddarsi troppo, che sistemano gli sci, che si scambiano parole di circostanza su scioline o binari, con la testa già in ostaggio di quello che verrà.
15 minuti alla partenza
Agitazione che irrompe. Sento il battito del cuore accelerare. Segue il crescendo della musica che scandisce l’avvicinarsi del colpo. Il via che lascerà andare questa fiumana di sognatori. Inizio a svestirmi. Rimango in tuta da gara e pettorale giallo. Lo liscio con le dita guantate, assaporando già il tifo che troverò lungo il percorso. Sono un Senatore e l’affetto per noi è tanto. Respiro e seguo con lo sguardo la nuvola di vapore che esce dalla mia bocca e si perde nell’Aria che adesso non è solo frizzante. È irreversibilmente elettrica.
5 minuti alla partenza
Sento lo speaker in lontananza. Sono quasi frastornato, vagamente euforico, come dopo un bicchiere di champagne. Rimango in bilico, combattuto tra la voglia di partire all’istante e quella di fermare il tempo qui, in sospensione. Di rimanere in questo preciso attimo, saturo delle sensazioni che sto provando, io come gli altri. Imbevuto di quest’ansia positiva, che ti prende la pancia creando quasi uno spazio vuoto in essa.
1 minuto alla partenza
Metto gli sci ai piedi e ripasso mentalmente il primo tratto di gara, la lucidità è tornata e io voglio essere pronto. Sbatto inconsciamente gli sci sulla neve per non far fare zoccolo alla sciolina, gesto scaramantico per mitigare l’apprensione. Mi metto in posizione e aspetto il colpo di pistola che immancabilmente arriva. Netto. Sospiro di sollievo e via. La tensione ormai è dissolta completamente e l’Aria che respiro si è fatta molto più leggera.
Concept, intervista e testo: Susanna Sieff
Foto: Alice Russolo
Riprese: Graziano Bosin - Dolomiti TV
L'INTERVISTA
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