26.01.2025
Marco Aurelio Nones - Castello di Fiemme (TN) 23.07.1948
Che Marcialonga abbia inizio.
Hai scelto di esserci. Tu con altri millesessantaquattro approdati da otto nazioni diverse. Due Valli trentine invase dal Mondo del Nord. Quello delle grandi distanze, quello del freddo e della fatica, ma anche della gioia di portare a termine un’impresa, di respirare la natura che ti avvolge, di sentire il battito della Terra che si mescola con il tuo.
Non sai bene cosa ti aspetta ma ti senti invaso da un’emozione profonda, che si fa via via più effervescente, carica di attese. Aspetti da giorni e poi ad un tratto la senti irrompere, incontenibile. Quando arrivi in partenza e vedi il sole sorgere sulla spianata prima di Moena. La senti crescere ancora. Quando appoggi uno sci di legno sulla neve ghiacciata e ti lasci catturare dal rumore che fa. La senti traboccare. Quando indossi il pettorale bianco con la scritta Plastic Screen e il numero 832. La senti straripare. Quando consegni la sacca arancione con il cambio che ritroverai al traguardo.
E poi la senti esplodere. Quando aspetti, quasi in apnea, il colpo di cannone.
La curiosità in tutti noi è palpabile. Nessuno può sapere come sarà. Tu te lo chiedi da quando hai preso in mano la ricevuta dell’iscrizione. La stringevi forte, accartocciandola quasi nel palmo. Promemoria del primo passo verso un’avventura straordinaria, ma ancora sconosciuta. Certo, hai sentito parlare delle grandi classiche del Nord Europa, sai che alcuni dei tuoi compagni di viaggio le hanno anche fatte. Ma qui, qui è un’altra storia. Qui il freddo intenso di questa domenica di inizio febbraio, che si fa sentire sotto vestiti pesanti ma troppo leggeri per contrastarlo davvero, è mitigato dall’essere a casa tua, dal conoscere tanti altri concorrenti, dall’aspettare un tifo “amico” lungo tutto il percorso. Qui il dislivello è considerevole e le insidie sono dietro l’angolo. 68 kilometri di festa ma anche di prestazione fisica. Prega di non rompere gli sci, di reggerti in piedi nelle strettoie affrontate di prepotenza, di arrivare alla fine di questa prima impresa a passo alternato.
Ti guardi attorno e vedi concentrazione, ansia, voglia di andare. Felicità. Sei pronto. Ancora qualche istante e ti lascerai scivolare sulla neve che tutto avvolge. Sarai, sei, la piccola parte di una storia che sta vedendo la luce. Qui, oggi. Una storia che viene da lontano. Una storia che racconta di valori, speranze, resistenza, forza di volontà. Della visione di quattro uomini che hanno lottato per tutto questo. Del nostro esserci per competere prima con noi stessi e poi con gli altri. Sciare lasciandoci condurre dallo scampanaccio di ogni campanile, paese dopo paese, valle dopo valle. Lasciandoci trascinare da questa grande festa che ha già conquistato la gente, assiepata a bordo pista, in attesa dei concorrenti da incitare, da accompagnare fino al traguardo.
Lo sai tu e lo sanno gli altri. Incroci lo sguardo dell’avversario che hai a fianco e rivedi il tuo. Quello che prova lui è quello che provi tu. C’è un sottile legame tra di voi, lieve ma presente. C’è e ci sarà sempre. Quando si fa la Storia, dicono, è così.
Concept, intervista e testo: Susanna Sieff
Foto: Alice Russolo
Riprese: Graziano Bosin - Dolomiti TV
L'INTERVISTA
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